Le Oasi xerotermiche della val di Susa Flora
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I balzi di calcare marmoreo che si affacciano sulla zona di Susa, per la perfetta esposizione a sud, la larghezza del fondovalle, la scarsità delle precipitazioni che, con i suoi 500-600 mm/anno si situa ai livelli delle zone di pianura in Sicilia e in Puglia, sono il più bell’esempio di “oasi xerotermica” delle Alpi dove, ad un effetto paesaggistico assolutamente eccezionale, si accomuna una singolarità di vegetazione.
Le parole “xero” e “termica” indicano un abbinamento delle condizioni di siccità e di forte irraggiamento mentre quello di “oasi” l’isolamento climatico di queste zone rispetto alle regioni circostanti.
L’oasi xerotermica di Foresto e la stazione di leccio dell’Orrido di Chianocco erano state segnalate dalla Società Botanica Italiana e una raccomandazione per la costituzione di due riserve naturali veniva dall’IPLA (“Ecologia e utilizzazioni prevedibili della Valle di Susa”, 1974).
Elemento di spicco dell’oasi xerotermica di Foresto è il Ginepro rosso, straordinario relitto arboreo di episodi climatici avvenuti circa 7000 anni fa, ancora più importante del Leccio dell’Orrido di Chianocco, relitto di antiche oscillazioni climatiche.
A queste straordinarie testimonianze botaniche, facilmente visibili e riconoscibili anche dal non specialista, si accompagnano specie tipiche del clima mediterraneo insulare insieme con altre tipiche delle steppe del centro Europa testimonianza di un episodio climatico ancora più antico.
L’uomo, infine, vi ha aggiunto i segni della sua presenza impiantandovi l’ulivo e il mandorlo.
Le oasi xerotermiche della Valle Susa, per il loro interesse botanico, sono state proposte dalla Regione Piemonte come biotopo di interesse comunitario.