Le attività dell'uomo Tracce del passato
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Nel 2500 a.C. la zona tra Chianocco e Mompantero era già frequentata da uomini che vi esercitavano la pastorizia e la caccia. A queste pratiche stagionali, in qualche misura vive ancora oggi, nel tempo si sono affiancate attività che hanno trasformato il territorio lasciato tracce evidenti.
Prime tra tutte le cave di marmo aperte in epoca classica e attive ancora nei primi decenni del 1900. Il marmo bianco di Foresto fu impiegato nel 9 a.C. per costruire l’Arco di Augusto e in epoca rinascimentale per il duomo di Torino, poi per il palazzo reale. In questo periodo fu utilizzato anche il marmo di Chianocco.
Il marmo verde o marmo di Falcimagna fu utilizzato più tardi e la vena principale posta a 1800 metri d’altezza fu sfruttata dagli inizi del 1700. Utilizzato anche per il palazzo reale di Torino, nel 1749 fu costruita alle Grange di Bussoleno una segheria per la sua lavorazione. Un modellino, ricostruito sulla base dei disegni originali, è esposto a Chianocco presso il Museo degli Antichi Mestieri.
La roccia calcarea di Foresto è stata poi utilizzata fino a tempi recenti per la produzione di calce e sono ben visibili a Foresto e alle Crotte due grandi impianti industriali. Altri esempi minori si possono trovare nei pressi delle borgate.
La capillare ed ancora visibile trasformazione del territorio è legata al suo uso agricolo ed in particolare ai terrazzamenti presenti ovunque e destinati principalmente alla coltivazione della vite. Non meno importante la rete di antichi canali (bealere) che dai torrenti Prebéc, Molette e Rocciamelone porta l’acqua alle borgate e ai terreni coltivati. Nella zona di Foresto sono anche numerose le cisterne sotterranee scavate nel terreno adibite alla raccolta delle acque piovane.
I terrazzamenti sono ormai quasi del tutto abbandonati e la vite ha lasciato il posto ad arbusti e roverelle, mentre i canali sono ancora quasi tutti in uso; purtroppo, a causa delle difficoltà di manutenzione, spesso sono sostituiti con tubazioni.
Le attività agricole che ancora resistono sono ormai del tutto marginali e l’interesse economico dell’area ormai non può che essere turistico. L’escursionismo naturalistico ed il birdwatching, l’arrampicata sportiva (http://www.altox.it/ValsusaFalesie/falesievalsusa.htm) sulle falaise di Foresto e in misura minore a Chianocco, il canyoning lungo il rio Rocciamelone, attirano in misura crescente visitatori.