Le praterie | Flora |
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![]() ![]() Ad alta quota sulle creste ventose le piante sono soggette a forti sbalzi termici diurni e stagionali. Durante la stagione invernale infatti il freddo non è mitigato dalla copertura nevosa che si mantiene per un tempo limitato, in quanto spazzata dai forti venti; in estate linsolazione è elevata e si verificano frequentemente condizioni di siccità ed elevata temperatura. In questo ambiente si sviluppa lElineto, una prateria che deve il proprio nome alla presenza di una piccola Ciperacea dallaspetto poco appariscente: lElina (Elyna myosuroides). NellElineto si trovano frequentemente le specie basifile dei detriti calcarei come Linaria alpina e Silene vulgaris; si incontrano inoltre numerosi Carici: Carex rupestris, Carex atrata e Carex rosae. La tipica prateria pioniera nel Parco Naturale è il Curvuleto. Legato a substrato siliceo o acido, si presenta come un tappeto fitto e denso di erbe non molto alte tra cui domina la Carice curvula (Carex curvula). I popolamenti sono ben riconoscibili verso fine agosto, quando le foglie della carice si incurvano ed ingialliscono, dando un colore ocraceo uniforme alle pendici che ricoprono. In questa prateria è frequente trovare i cuscinetti di Silene acaulis e cespi di Juncus jaquinii, sono inoltre comuni Leontodon helveticus, Viola calcarata [foto], Gentiana kochiana, Nigritella nigra, Trifolium alpinum, Geum montanum e molte altre. ![]() Sulle pendici meno soleggiate, esposte e Nord, il Seslerieto è sostituito dal Cariceto a Carex ferruginea. In ambiente fresco, nelle conche delle praterie alpine, vivono Festuca violacea e Trifolium thalii; queste specie si accompagnano spesso a quelle delle vallette nivali e la loro presenza indica linizio di un processo di acidificazione di un suolo ricco di carbonati. A quota inferiore, dove il terreno è profondo e ricco di sostanza organica, si diffonde la Genziana maggiore (Gentiana lutea), la cui radice contenente un principio amaro, è stata sottoposta a raccolte indiscriminate per usarla in liquoreria. Sulle pendici soleggiate, ripide e pietrose si afferma la Festuca varia, i cui grossi cespi risaltano nelle praterie per il caratteristico colore chiaro, per le lunghe foglie spesso parzialmente secche e per la disposizione a gradoni che caratterizza questo tipo di prateria. Pendici a Festuca varia sono assai diffuse in Val Chisone e soprattutto in Val Sangone, su substrato roccioso siliceo. In ambiente analogo, probabilmente in relazione ad unirrazionale conduzione del pascolo e alluso del debbio (incendio delle praterie), si diffonde la Festuca paniculata. Si tratta di una graminacea cespitosa di grande taglia, considerata una infestante dei pascoli. ![]() Oltre a queste specie più tipicamente foraggere, si possono individuare alcune piante indicatrici di particolari condizioni ambientali o di sfruttamento. In ambiente secco si trovano il Timo (Thymus serpyllum), il Millefoglio (Achillea millefolium) e la Salvia (Salvia pratensis). Nei terreni più freschi e ricchi di sostanza organica sono particolarmente abbondanti le Alchemille (Alchemilla vulgaris) ed i Romici (Rumex sp.). Le Ortiche (Urtica dioica) e il Chenopodium bonus-Henricus caratterizzano la flora nitrofila, cioè un gruppo di piante che vivono generalmente presso gli alpeggi e le stalle ed ovunque si verifichi con regolarità laccumulo di deiezioni o sostanze azotate. Nei pascoli troppo intensamente utilizzati il suolo subisce un processo di acidificazione molto spinto e riduce drasticamente la propria fertilità. In queste condizioni si afferma il Nardo (Nardus stricta), una graminacea che forma un fitto feltro in cui sopravvivono solo poche specie di taglia ridotta come: Geum montanum, Arnica montana, Trifolium alpinum. |