Attività minerarie | Tracce del passato |
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![]() In Val Chisone ![]() Molti imbocchi delle gallerie, seppure franati, sono tuttora visibili. Accesso: dallabitato di Villaretto si prosegue per Gran Faetto, si imbocca la sterrata che porta a Prato del Colle, poco dopo le case del Colletto in corrispondenza di un tornante verso sinistra inizia il sentiero che porta al Colle della Roussa; percorrerlo per circa 20 fino ad un bivio segnalato con un cartello in legno indicante le miniere, di qui in 10 circa si raggiungono le prime costruzioni. In Val Sangone Fin dal XII secolo di ha notizia dell estrazione di minerale di ferro nella zona compresa tra il Rio Meinardo e la Punta Sarazina. Lo stesso nome Forno, che designa linsieme di piccole Borgate situate nella conca alla confluenza dei valloni scavati dal Rio Balma e dal Rio Ricciavrè, è ricollegabile allattività estrattiva praticata in questa località e, in particolare, alla fusione dei metalli. Si può supporre che questa lavorazione non consistesse in una fusione vera e propria , ma in un processo di arrostitura fatto in forni rudimentali che permetteva di arricchire il minerale di ferro prima del trasporto. Questa attività si protrasse fino al XVI sec. , quando una disastrosa epidemia spopolò la vallata e determinò la fine dellestrazione del ferro in Val Sangone. Lattività mineraria riprese nella seconda metà dell800 con lestrazione del talco. Le prime notizie dello sfruttamento della miniera di talco di Garida risalgono alla fine del 800. Il talco estratto raggiungeva Forno con una teleferica a gravità. Nel 1968 lesiguità del giacimento, la mancata individuazione di vene di talco più ricche, laumento del costo della manodopera e la concorrenza estera determinò la fine dellestrazione di talco in Val Sangone. Nei primi anni del 90 la miniera è stata rilevata dalla ditta Miniera di Garida e rimessa in efficienza con una modesta attività estrattiva. Lo scopo non è tanto lo sfruttamento minerario quanto il mantenerla viva con funzione storico-didattica. |